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La componente pedagogica in 'Cuore' di Edmondo De Amicis

Abstract

Il mio primo incontro con la pedagogia deamicisiana è avvenuto tramite la citazione seguente: “L’educazione d’un popolo si giudica innanzi tutto dal contegno ch’egli tien per la strada.” In un primo momento mi era chiaro solo che l’autore della citazione teneva molto all’educazione del comportamento. Tuttavia, tre parole hanno particolarmente attirato la mia attenzione – educazione, popolo e contegno. Siccome volevo saperne di più, ho deciso di dedicarmi all’analisi delle sue riflessioni pedagogiche, rappresentate più evidentemente in Cuore, l’opera più celebre dell’autore. Le tre parole sopraelencate si sono dopo mostrate cruciali per il pensiero filosofico-pedagogico dell’autore. L’educazione, il centro dell’ambiente torinese della storia, serve a incitare un tipo di contegno, ossia di comportamento, in tutta la gente italiana. Il significato, però, l’ho capito solo dopo l’attenta lettura del libro. All’inizio della lettura mi sono trovata nell’ambiente di una scuola torinese dell’Ottocento, al punto in cui l’educazione obbligatoria si realizzava per la prima volta come idea nazionale. Pur vivendo ancora nell’epoca dell’educazione assai limitata, De Amicis ha riportato in modo indubbio la sua aspirazione all’espansione dell’educazione. A parte il quadro della realtà scolastica dell’epoca, il libro offre molto di più al lettore. È un’illustrazione dettagliata del concetto pedagogico di Edmondo De Amicis, in cui si rivelano nitidamente le sue riflessioni, tramandate esplicitamente oppure implicitamente. Per esprimere i messaggi espliciti, l’autore ha usato gli insegnamenti abbastanza precisi di genitori o del maestro. I messaggi impliciti, invece, raggiungono il pubblico con l’approvazione, ossia, con il rimprovero di qualche comportamento, sempre da parte dagli adulti. Con entrambi i modi di trasmissione del suo pensiero, l’autore ha mirato a costruire le basi dell’educazione dei personaggi finzionali per influire indirettamente sull’educazione dei lettori. Dopo aver riflettuto sugli elementi costituenti della pedagogia deamicisiana, ho scelto di analizzare quelli che, secondo me, hanno una funzione fondamentale. Ho cominciato dalla struttura del libro, con la quale l’autore divide distintamente diversi ambienti importanti per la crescita dei ragazzi: la scuola, la famiglia e il mondo esterno. Poi mi sono dedicata particolarmente all’analisi dell’istituzione della scuola che mi ha condotto di conseguenza a osservare la funzione dei personaggi. Alla fine ho dedicato un po’ di tempo al ruolo del maestro e del materiale scolastico in forma dei racconti mensili. Non potevo concludere poi le mie considerazioni senza menzionare l’importanza della adattabilità dell’opera. Il libro, è, infatti, facilmente adattabile alle altre culture e altri paesi, per cui è riuscito a raggiungere la popolarità a livello mondiale. Così l’educazione inizialmente destinata agli italiani è diventata apprezzata anche negli altri paesi. Pur cercando di mettere in luce grandi qualità del libro, non eviterò di discutere su alcune critiche fatte all’autore.

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